TRAMA. Il mondo è allo stremo. Guerre, armi nucleari e virus
creati in laboratorio hanno ridotto il pianeta ad un ammasso di macerie. Ovunque,
in Europa, si succedono governi dai più disparati ideali. Ovunque imperversano
fame e malattie. In quello che è di fatto un unico grande terreno di battaglia
vaga con la sua truppa il tenente. Non ha un nome, ma esiste solo il suo grado.
Amato dai suoi soldati fin quasi ad essere venerato, il suo unico scopo è
quello di portarli tutti a indietro sani e salvi da qualunque missione. Ma alla
fine gli eventi prendono una piega diversa e inimmaginabile: esiliati dall’Inghilterra
decideranno
di farvi ritorno. Da conquistatori.
COMMENTO. Il libro è molto scorrevole, lo si legge con
piacere e in molte occasioni si fa fatica a terminare la lettura nell’ansia di
capire qual è la strategia del tenente. Infatti la storia non è mai affatto
scontata e ne tirata, ma sempre molto sobria e sicura nel suo incedere. Hubbard
tiene il lettore incollato alla narrazione con un susseguirsi di colpi di scena
che sono secondi solo al mistero che circonda i pensieri del tenente. L’unica
certezza è che nel momento critico il tenete avrà un’idea e muoverà i fili per
realizzarla. Un libro da leggere, in definitiva, proprio perché si scoprirà
ogni segreto solo giunti alla fine, finchè l’alone di mistero non verrà
sollevato nell’ultima pagina.
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