Il freddo sta iniziando a
far parte della nostra vita in questi giorni (per non parlare della
pioggia!) e sicuramente molti avranno ripreso l'abitudine di bere
qualcosa di caldo durante il giorno o nella serata. Ho scoperto non
molto tempo fa che la bevanda più bevuta al mondo sembrerebbe essere
il tè (al primo posto c'è l'acqua!). La cosa mi ha più o meno
sorpreso: è infatti raro che in una casa manchino bustine di tè, ma
è anche vero che molte persone, come il sottoscritto, comprano
quello che considerano del “normalissimo tè”. In realtà,
incuriosito da questa informazione, ho scoperto che esiste tutto un
mondo dietro a questa bevanda. E, naturalmente, ora vi dirò cosa ho
trovato scritto in giro!
Testimonianze cinesi del
III secolo riportano già l'uso del tè, tradizione, sembra, legata
al culto del buddhismo. Nel XVI secolo, con l'esplorazione del
Giappone, furono i portoghesi i primi europei a conoscere tale
bevanda, successivamente importata in Europa dalla Compagnia Olandese
delle Indie Orientali. Attualmente è la Cina il maggior produttore
di tè.
Il tè, nella sua forma
classica, è costituito da un infuso delle foglie di una pianta, la
Camellia sinensis, che viene coltivata principalmente nel
sud-est asiatico, in Giappone e Kenya. In Europa, coltivazioni di C.
sinensis sono presenti nelle isola Azzorre. Le fragranze delle
diverse varietà “base”di tè, tutti ottenuti dalle foglie di
questa pianta, provengono dalla differente lavorazione della materia
prima. Queste varietà di base (o classiche) sono sei: nero, verde,
oolong, bianco, giallo e Pu'er. Il punto fondamentale è il grado di
ossidazione delle sostanze contenute nelle foglie, che si ottiene
attraverso un processo di fermentazione. Il tè verde costituisce la
varietà meno fermentata, mentre l'estremo opposto è rappresentato
dal tè nero. La classificazione dei tè è molto complessa e tiene
conto di diversi fattori, come zona di produzione e metodo di
lavorazione. Quest'ultimo, però, rappresenta il parametro più
importante. In Cina, dove la tradizione del tè è più forte,
l'attuale sistema di classificazione distingue le sei tipologie
fondamentali di tè do cui vi parlavo prima. Alla fine del processo
di lavorazione classico, queste varietà di tè possono essere
ulteriormente manipolate e trattate per avere, ad esempio, i tè
aromatizzati e profumati ai fiori, i tè pressati e i tè deteinati.
La composizione chimica
del caffè è stupefacente, e non solo in senso metaforico! Questa
bevanda contiene caffeina (alcaloide con azione eccitante per il
sistema nervoso centrale), teanina (una molecola psicoattiva),
catechina (un antiossidante presente soprattutto nelle varietà
scarsamente fermentate), fluoruro, e, infine, teobromina e teofillina
(due molecole ad azione psicotropa, come gli stupefacenti, e
stimolante). La composizione finale del tè che beviamo, tuttavia,
dipende dal tempo in cui la miscela di foglie essiccate viene tenuta
in infusione: un paio di minuti comportano l'estrazione delle sole
sostanze eccitanti (come la caffeina), qualche minuto in più
favorisce l'estrazione di un antiossidante, l'acido tannico, che si
attenua l'effetto stimolante legandosi alla caffeina (e rendendo
amaro il tè).
Il tè contiene caffeina,
un alcaloide stimolante del sistema nervoso centrale, teanina, un
amminoacido psicoattivo, catechina, un antiossidante presente
soprattutto nei tè a bassa fermentazione, teobromina e teofillina,
due alcaloidi stupefacenti e stimolanti, ed infine fluoruro. Gli
effetti provocati da questa bevanda risentono sia del tipo di tè
utilizzato che della preparazione, temperatura dell'acqua e durata
dell'infusione). Un'infusione breve (circa 2 minuti) estrae dalle
foglie di tè soprattutto caffeina ed ha proprietà stimolanti.
Un'infusione più lunga (3-5 minuti) estrae anche acido tannico, che
disattiva la caffeina perché si combina con essa, attenuando
l'effetto stimolante (L'acido tannico inoltre rende amaro il sapore
del tè).
Il discorso non finisce
qui: a breve vi descriverò anche le caratteristiche di ogni varietà
che sono a dir poco curiose nella loro complessità se rapportate alla normalità con la quale la scegliamo al supermercato o al bar.
CURIOSITA'. Il termine "tè rosso" si riferisce comunemente anche al karkadè o all'infusione di rooibos del Sudafrica, che non contengono Camellia sinensis.
Il termine "tisana"
si riferisce talvolta ad un'infusione che contiene frutta o erbe
piuttosto che estratti di Camellia sinensis.
Abbiamo detto come questa
bevanda sia la più consumata al mondo. Snoccioliamo un po' di dati
curiosi presi in giro. Sebbene si ritenga che in Inghilterra ormai
quella de tè pomeridiano sia un'usanza che si mantiene solo per
tradizione e turismo, pare che circa il 96% degli inglesi beva
quotidianamente una tazza di tè. I maggiori consumatori sono, però,
gli irlandesi, con una media di quattro tazze al giorno per persona,
cui seguono giapponesi e tedeschi. Gli italiani, affezionati del
caffè, sono invece abbastanza distanziati dalla testa della
classifica, con circa 40 tazze di tè in media l'anno.
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