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Le luci che danzano nel cielo: l'aurora polare


Sul sito della NASA è apparsa una curiosa notizia (1). Il 22 gennaio 2012 una eruzione solare di notevole entità avrebbe generato una tempesta di particelle che dovrebbe investire il nostro pianeta nelle prossime ore. Non è, questo, un fenomeno inconsueto ma capita, in occasione di eruzioni particolarmente potenti, di percepire sulla Terra gli effetti di questo strabiliante fenomeno solare. Sempre secondo il sito dell'ente spaziale americano, si tratterebbe dell'evento più rilevante degli ultimi anni. Quando si presentano questi fenomeni l'attenzione di tutti, autorità e cittadini, è concentrata sui possibili disagi che potrebbero presentarsi alle apparecchiature elettroniche che ormai sono diventate delle nostre appendici meccaniche. Problemi potrebbero sorgere, ad esempio, al sistema GPS mondiale o alle reti di telefonia mobile. Effettivamente è molto pericoloso non considerare questi effetti delle tempeste solari: nel 1989 uno di questi fenomeni provocò un blackout in una estesa zona del Canada.


COS'E'? Quello che a volte la gente perde di vista è il carattere scientifico di questi eventi. Oltre a permettere agli scienziati di tutto il mondo di capire meglio il nostro astro, le tempeste solari danno luogo sul nostro pianeta a quello spettacolo conosciuto come aurore polari. Il primo ad averle studiate con metodo scientifico è stato il nostro Galileo Galilei, che coniò per loro il termine di aurore boreali, mentre lo stesso fenomeno che avviene nell'emisfero meridionale della Terra viene definito australe. Si tratta di un fenomeno ottico dovuto all'interazione dei protoni e degli elettroni che costituiscono il vento solare con gli strati più alti della nostra atmosfera (fino a 500 km, definita ionosfera). Il vento solare eccita gli atomi della ionosfera e il ritorno a quello che viene definito stato elementare (ovvero quello non eccitato) produce l'emissione di luce a varie lunghezze d'onda. Si formano così aurore polari di diversa forma (archi e onde) e colore (solitamente rosso, verde e azzurro). A causa della conformazione del campo magnetico terrestre, le aurore si manifestano solitamente intorno ai poli del nostro pianeta (da qui la definizione di polari) , ma con in opportune condizioni possono essere visibili anche in nel Nord Europa (fino alla Scozia) o nelle zone più meridionali dell'Australia. Ma le cronache sono ricche di fenomeni che si sono verificati anche più a sud: nel 2003, nell'arco di soli venti giorni, è stato possibile vedere due aurore polari di colore rosso intenso nel nostro Paese, a Cortina.
Il percorso che porta alla formazione dell'aurora polare sul nostro pianeta ha origine, come detto prima, da un brillamento solare (solar flare), ovvero da una forte “esplosione” della parte più esterna del Sole, nota come corona, che porta ad una massiccia espulsione di particelle cariche. Queste particelle vengono in realtà emesse di continuo generando quello che viene conosciuto come vento solare. Quando però si verificano espulsioni di particelle particolarmente violente questo vento si trasforma in una vera e propria tempesta di particelle energetiche, che viaggiano a velocità che possono raggiungere gli 800 km/s (possono coprire la distanza Sole-Terra in circa 50 ore). Nel suo movimento il vento solare deforma anche il campo magnetico solare trascinandolo per il Sistema Solare (campo magnetico interplanetario). Quando arriva a contatto con il nostro pianeta si ha un'interazione con il nostro campo magnetico (magnetosfera), che viene così deformato. Le particelle provenienti dal Sole vengono deviate lungo i bordi della magnetosfera, ma per un fenomeno fisico può penetrare in corrispondenza dei poli (dove bisogna immaginare una specie di imbuto magnetico) e, interagendo con gli ioni presenti nella nostra atmosfera, dare luogo al fenomeno dell'aurora.

MITOLOGIA. Le antiche popolazioni nord-europeee ritenevano che queste inspiegabili luci che solcavano il loro cielo, chiamate norðrljós (luci del nord), fossero dovute al riflesso del Sole sulle splendenti armature delle valchirie, intente a cavalcare lungo la volta celeste. Gli Inuit groenlandesi, invece, credevano fossero gli spiriti dei bambini morti. Ancora, per alcune tribù degli indiani americani abitanti nella zone artiche del continente si trattava delle danze dei folletti, mentre in Sri Lanka vengono considerati ancora oggi messaggi del Buddha.

CURIOSITA'. Sono stati descritti dei suoni particolari uditi nel corso del manifestarsi delle aurore polari, suoni che somigliano molto a dei sibili. È opinione comune della comunità scientifica che si tratti di elettrofonia, un fenomeno fisico per cui alcuni oggetti o sostanze (in questo caso la nostra atmosfera), a causa della loro forma o composizione, riescono a convertire le onde elettromagnetiche in onde sonore a bassa frequenza.


(1) http://www.nasa.gov/mission_pages/sunearth/news/News012312-M8.7.html



Fonti principali:
- Wikipedia
- Njordrljos

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