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C'è ma non si vede: tracce di materia oscura nello spazio

Non sempre ciò che non si vede non esiste. E spesso ciò che non si vede è quanto meno prevedibile. Negli ultimi giorni si parla molto di materia oscura, ovvero quella teorica componente di materia che non è possibile osservare in maniera diretta in quanto non emette quella radiazione elettromagnetica che ci permette di percepire tutto ciò che ci circonda. Però, come tutto nel nostro Universo, è soggetta alle forze gravitazionali, quindi è possibile almeno misurarla indirettamente. Anche perché, secondo le attuali teorie astrofisiche, costituirebbe ben il 90% della massa presente nell’Universo!

Il tutto è nato dalle recenti scoperte ottenute dall’esperimento AMS (Alpha Magnetic Spectrometer), un rilevatore di particelle di raggi cosmici montato sulla Stazione Spaziale Internazionale. Ciò che è stato osservato è che i raggi cosmici rilevati dalla strumentazione utilizzata per condurre l’esperimento sono più ricchi di antimateria (particelle di materia ma di carica opposta) rispetto a quanto ci si aspetterebbe. La stessa situazione è stata osservata in una serie di questo genere di esperimenti e le motivazioni di questo fenomeno sembrerebbero essere delle manifestazioni indirette della presenza di materia oscura. Come si è arrivati a questa idea? L’eccesso di antimateria potrebbe derivare dalla “degradazione” di particelle di materia oscura che collidono fra loro, generando detriti che possono essere rilevati da strumenti come AMS.

Queste rilevazioni necessiteranno naturalmente di essere approfondite e confermate, in quanto è possibile formulare anche teorie alternative, come l’emissione di particelle da una pulsar (una stella di neutroni che emette dai poli un fascio di radiazioni concentrato) oppure i residui dei raggi cosmici derivanti da una supernova (una stella che morendo esplode emettendo una quantità enorme di energia).

Come curiosità, la materia oscura ha sempre attirato l’attenzione di scienziati e scrittori, tanto che la troviamo in diversi romanzi, fino ad arrivare ai motori dell’Arcadia, la nave stellare di capitan Harlock. 

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