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Tarocchi, le carte del Destino (2)


Qualche giorno fa ci siamo tolti un po' di curiosità sulla storia dei Tarocchi (Tarocchi, le carte del Destino). Adesso vediamo di addentrarci nelle figure misteriose  che sono rappresentate su queste carte così particolari per la cultura di diversi Paesi. Quella che cercherò di darvi è una descrizione e non un'interpretazione: c'è chi crede e chi no in questo metodo di divinazione, ma il dato oggettivo che ha stimolato la mia curiosità è semplicemente che esistono e quindi ve ne volevo parlare!
Facendo un passo indietro è necesssario specificare che gli ArcaniMaggiori più famosi sono quelli di origine marsigliese (prodotti a partire dalla fine del XVIII secolo), molto utilizzati per la divinazione. Nella versione classica, tutt'oggi in uso, le carte sono numerate con numeri romani, mentre il nome è in francese (spesso con la traduzione in italiano). I ventidue simboli, che ora vedremo nel dettaglio, sono numerati secondo la tradizione classica e corrisponde anche al loro valore (dal più basso al più alto) nel gioco delle carte in cui vengono utilizzate.

I - Le Bateleur (il Bagatto). Altresì noto come giocoliere o mago, trae il suo nome da una parola di origine latina che, applicabile a cose e persone, indica qualcosa di poco conto e, a causa di ciò, è la carta con del mazzo con il valore inferiore quando le si usa per giocare. La carta raffigura un uomo vestito sontuosamente e con un bastone d'oro in mano, posto davanti ad un tavolo su cui sono raffigurati alcuni vizi (oro, dadi, coltelli).


II - La Papesse (la Papessa). Simbolo alquanto controverso dei trionfi marsigliesi visto l'aperto contrasto con l'impossibilità per una donna di salire al soglio pontificio. A volte tale figura è assente, sostituita da altre simbologie legate comunque al concetto di divino. In ogni caso, la carta raffigura una donna con il triregno (una specie di corona papale) sulla testa e un libro aperto in mano, seduta su un trono.

III - L'Imperatrice. Questa carta raffigura una donna, con una corona sul capo, assisa su un trono. Con una mano regge uno scettro con un globo sormontato da una croce, mentre con l'altra uno scudo su cui è raffigurata un'aquila araldica. La particolarità di questa donna è di possedere, spesso, due ali aperte schiena. La carta, in passato, voleva anche rappresentare la società matriarcale o comunque un potere che non era esclusivamente maschile.

IV - L'Empereur (l'Imperatore). Un uomo barbuto, raffigurato seduto di profilo su un trono con le gambe accavallate e uno scettro nella mano destra. Ai piedi del trono si trova uno scudo simile a quello rappresentato sulla carta dell'Imperatrice. Secondo alcuni all'inizio rappresentava un magistrato (simbolo della legalità) ma presto venne sostituito da una figura regale, secondo alcuni mitologicamente riconducibile ad Alessandro Magno.

V - Le Pape (il Papa). Al contrario dell'Imperatore, è rappresentato in maniera frontale, con la barba, seduto, con il triregno sulla testa e un pastorale a croce con tre traverse in mano. Ai suoi piedi sono raffigurati due chierici inginocchiati. La differenza di dimensioni fra la figura del papa e quella dei chierici serve a rappresentare l'importanza della figura pontificia.

VI - L'Amoreux (l'Innamorato). È rappresentato da un giovane in piedi fra due fanciulle vestite con abiti poveri. Sopra il giovane si trova un grande cupido alato, pronto a scoccare la sua mitologica freccia. Sembra che questa lama possa rappresentare la scena del mito di Ercole in cui l'eroe dovette scegliere fra Vizio e Virtù. Spesso viene rappresentata anche con due giovani che uniscono i loro corpi formando ua Y, rappresentando l'avvicinarsi di un bivio.

VII - Le Chariot (il Carro). Vi è rappresentato frontalmente un carro, condotto da un guerriero incoronato che trattiene due cavalli (uno blu e uno rosso) che sembrano voler prendere direzioni opposte. Questa visione si rifà all'idea platonica dell'anima, che dopo la morte verrebbe trasportata su un carro trainato da due cavalli, uno che lo traina verso l'altro e l'altro verso il basso.

VIII - La Justice (la Giustizia). È tra le carte, insieme alla XI (la Forza) e la XIV (la Temperanza), che rappresentano le Virtù cardinali. Cuoriosamente manca dal mazzo una carta che rappresenti la quarta Virtù, ovvero la Prudenza. Raffigura una donna assisa su un trono che regge con la mano sinistra una bilancia dai piatti allineati e con la destra una spada. Nel corso dei secoli venivano raffigurate non solo figure angeliche, come quella dell'Arcangelo Michele, ma anche simboli egizi (Osiride) o greci (la dea Temi), tutti direttamente riconducibili al senso della giustizia.

IX - L'Hermite (l'Eremita). Raffigura un'anziano con la barba che, sorretto da un bastone, avanza reggendo una lampada. E' una figura particolare, perchè in molte culture l'eremita è simbolo di saggezza, di meditazione e di ascesa, ma anche di prudenza.

X - La Roue de Fortune (la Ruota della Fortuna). Raffigura una ruota sormontata da una sfinge alata con corona e spada, con due chimere mezze uomo e mezze animale arrampicate ai suoi lati. La ruota indica la mutevolezza dell'equilibrio del Destino.

XI - La Force (la Forza). Una donna con un ampio cappello in testa chiude le fauci di un leone. È un'altra delle Virtù cardinali raffigurate nel mazzo.

XII - Le Pendu (l'Appeso). È rappresentato da un uomo è appeso per un piede a un palo retto da travi di legno, mentre l'altra gamba è piegata ad angolo retto verso l'interno. Suonerà atroce, ma questo tipo di tortura veniva praticata veramente nel Medioevo a chi si macchiava di tradimento. Inoltre, Calvino raffigura così il paladino Orlando nella fine del suo libro "Il castello dei destini incrociati".

XIII - La Morte (spesso non indicata). Raffigurata con la concezione classica dello scheletro con la falce che cammina in un campo in cui sono disseminate mani e teste. Il concetto che essa dovrebbe rappresentare è quello filosifico legato alla morte, ovvero una trasformazione di ciò che era in qualcos'altro.

XIV - La Temperance (la Temperanza). Ultima Virtù cardinale, rappresentata da un angelo con la veste tinta da un lato di rosso e dall'altro di blu. Viene raffigurato mentre travasa un liquido da un'anfora all'altra reggendole entrambe con le mani.

XV - Le Diable (il Diavolo). Rappresentato con corna, ali di pipistrello, seni femminili, genitali maschili e gambe caprine. È raffigurato seduto su un piccolo ceppo a cui sono legati due diavoletti. Sarebbe legato al concetto medioevale di lussuria.

XVI - La Maison de Dieu (la Casa di Dio). È raffigurata come una torre con una corona a fungere da tetto, scoperchiata da una lingua di fuoco, con due figure umane cadono al suolo e piccole sfere che riempiono l'aria. In alcuni mazzi viene definita proprio come la Torre.

XVII - L'Etolie (la Stella). È la prima carta che rappresenta un mondo superiore a quello umano. È presente una stella molto grande al centro, circondata da altre otto più piccole. Sotto questa rappresentazione è presente una donna nuda che versa in terra l'acqua contenuta in due anfore. A chiudere l'immagine, è presente un piccolo albero sul fondo su cui canta un piccolo uccello. In questa carta troviamo riferimenti a culture diverse: la stella può essere ricondotta alla stella cometa che guidò i Re Magi nella cultura cristiana, mentre l'uccello è un ibis, simbolo egizio dell'anima.

XVIII - La Lune (la Luna). Viene rappresentata una Luna splende nel cielo, con il volto raffigurato di profilo e gocce colorate che partono da terra verso il cielo. Da una pozza d'acqua si vede uscire un gambero (forse un riferimento al segno del Cancro); due cani ululano e sono presenti due torri sullo sfondo.

XIX - Le Soleil (il Sole). Un grande Sole sparge gocce di luce su due gemelli che si trovano in piedi accanto ad un basso muretto di mattoni.

XX - Le Jujement (il Giudizio). Un angelo esce da una nuvola colorata suonando la tromba, mentre tre piccoli corpi sorgono da un avello. Questa carta è conosciuta come Angelo in altri mazzi da gioco e ad essa viene associato il concetto del tempo.

XXI - Le Monde (il Mondo). Raffigura una donna, seminuda e con due bastoni nelle mani, circondata da una sorta di ghirlanda di foglie. Ai quattro angoli della carta trovano posto i simboli (detti tetramorfi) dei quattro Evangelisti, tipicamente un Angelo per Matteo, un'Aquila per Giovanni, un Toro per Luca e un Leone per Marco.

Le Fou (il Matto). È l'unica carta non numerata e rappresenta un giullare, con il caratteristico cappello a sonagli e un fagottino in spalla, che si avvia lungo una strada rincorso da un cane che gli sta lacerando una calza. È una carta che può essere giocata in qualunque momento e con qualsiasi valore. È curiosa la somiglianza tra il Matto dei tarocchi e il Jolly delle carte francesi (rappresentato solitamente proprio come un giullare e, in molti dialetti italiani, ci si riferisce a questa carta chiamandola “la matta”). Anche matematicamente il significato dello zero associato a questa carta è il segno della sua universalità: ogni numero moltiplicato per zero ha come risultato zero.

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