Come
promesso l'altro giorno quando parlavamo del tè, adesso ci
addentreremo sia nel parlare di cosa succede durante la lavorazione
che dei vari tipi di tè base normalmente in commercio. Ma prima
parliamo un attimo della pianta da cui provengono le foglie per
produrre l'amara bevanda.
La
Camellia sinensis,
un arbusto sempreverde appartenente alle Teaceae
e originario soprattutto del Sud-Est asiatico, può
essere coltivata sia alla luce diretta del Sole che leggermente in
ombra, evento che di solito precede di 2-3 settimane il raccolto. La
crescita in penombra contribuisce a rallentare la maturazione della
pianta e la produzione di clorofilla, da un lato, e ad aumentare la
sintesi di alcune sostanze nutritive (come zuccheri e flavonoidi). La
pianta viene coltivata normalmente a partire dagli 800-1000 metri
allo scopo, anche in questo caso, di rallentare la maturazione e
aumentare il contenuto in polifenoli. A maturazione può raggiungere
un'altezza di 20 metri ma per comodità durante la coltivazione
estensiva a scopo commerciale viene mantenuta sul metro e mezzo. Il
raccolto si fa nel periodo a cavallo fra Aprile e Maggio (produzione
di tè di elevata qualita) e fra Giugno e Luglio. Segue un raccolto
fra Luglio e Agosto e, non sempre, un quarto raccolto leggermente più
avanti.
Nella
descrizione dei vari tipi di tè si usano spesso impropriamente i
termini ossidazione e fermentazione. L'ossidazione è una reazione
chimica che avviene spontaneamente nelle foglie di C. sinensi,
alterandone il colore fino a scurirle. Si può interrompere questo
processo sottoponendo le foglie ad un trattamento con il calore, che
degrada gli enzimi responsabili dell'ossidazione bloccando le
reazione che essi catalizzano. La fermentazione, invece, è una
reazione chimica dovuta alla presenza di microorganismi. Le foglie di
C. sinensis vengo poste in opportune condizioni di calore e
umidità, in modo che i microorganismi dell'aria possano attecchire e
far partire il processo fermentativo. I processi di ossidazione e
fermentazione possono quindi avvenire contemporaneamente. Spesso, e
in modo non troppo corretto si parla di tè “fermentati” per
indicare i tè ossidati, e di tè “postfermentati” per indicare i
tè fermentati.
Nonostante
il pensiero comune, a determinare i diversi tipi di tè non è la
composizione ma la lavorazione a cui le foglie di una stessa pianta
vanno incontro. Da un punto di vista chimico possiamo quindi avere tè
ossidati, fermentati e tè non sottoposti a nessun di questi tipi di
reazione. In base alla lavorazione (definita anche classificazione
cromatica, come da tradizione cinese), abbiamo: tè verdi, bianchi,
gialli, oolong, fermentati e neri. Anche gli altri produttori di tè
hanno usanze e metodi di classificazione tipici ma, solitamente, si
tiene conto della tradizione cinese in quanto tale bevanda si ritiene
sia originaria di quella regione del pianeta.
TE'
VERDE. In questa varietà di tè le foglie non subiscono alcuna
ossidazione durante la lavorazione; questo consente alle foglie di
mantenere il loro colore verde e la loro naturale composizione
chimica. Il tè verde è conosciuto in tutto il mondo per le sue
proprietà di prevenzione nei confronti di tumori e malattie
cardiovascolari. Tali doti sono tali da portare all'attenzione della
comunità scientifica quello che è conosciuto come il “Paradosso
Asiatico”, ovvero il verificarsi di una minore incidenza di
malattie cardiovascolari e cancro a fronte di un elevato consumo di
sigarette e alla presenza di inquinanti. Alla base di questo
paradosso sembrerebbe esserci proprio il largo consumo di tè verde
in questa regione. Ma i componenti chimici tipici di tale varietà di
questa bevanda hanno benefici effetti anche su apparato digerente,
malattie infettive, sistema nervoso, intossicazioni e molte altre e
diverse patologie.
TE'
BIANCO. Viene prodotto utilizzando la prima fogliolina all'apice del
fusto della pianta e i germogli vengono raccolti prima che si
schiudano. Si tratta di un tè molto pregiato e il germoglio apicale
viene raccolto solo due volte l'anno (aprile e settembre), ma bastano
vento o pioggia per sospendere tale pratica. Il suo nome deriva dalla
lanugine (conservata anche alla fine del processo di lavorazione)
presente sulle foglie, che assumono perciò un tenue colore argento.
La produzione è, ovviamente, molto ridotta e il poco che arriva in
Europa ha prezzi proibitivi. È un tè moderatamente fermentato e il
processo di asciugatura viene portato avanti in un luogo ombreggiato
e ventilato. Tradizionalmente viene prodotto solo in alcune regioni
della Cina. Studi scientifici hanno mostrato come il tè bianco
prevenga i danni al DNA e sia uno stimolante del sistema immunitario.
Anche al tè bianco vengono ascritte proprietà anti-tumorali e
anti-invecchiamento per la pelle. Sembra anche sia utile contro
l'obesità perché è in gradi di frenare la crescita delle cellule
adipose stimolando il metabolismo.
TE'
GIALLO. Si tratta di un'altra varietà di tè a scarsamente
fermentata. La denominazione di tè giallo, oltre che dal
caratteristico colore, sembra anche derivare dal fatto che in passato
era considerato particolarmente pregiato, tanto da poter essere usato
come dono per l'imperatore, e quindi associato all'oro. Viene
prodotto dalle gemme raccolte durante le prime fasi della primavera.
Questo tè viene prodotto esclusivamente in poche zone della Cina e
la scarsità e il livello di pregio lo portano ad essere uno dei più
costosi sul mercato.
TE'
OOLONG (conosciuto come BLU-VERDE in Cina). Il suo nome deriva dal
mandarino e significa “Drago nero”. È un tè semiossidato, anche
se spesso è erroneamente considerato semifermentato. In
base al grado di ossidazione e a prolungamento della fase si
essiccazione le foglie dei tè oolong possono avere colori che vanno
dal verde scuro fino al marrone nerastro.
TE'
FERMENTATO (chiamati NERO in Cina). Sono tè che hanno subito un
processo di fermentazione oltre che di ossidazione, ovvero le
foglie di tè subiscono un processo di fermentazione microbica dopo
che sono state essiccate e laminate. Sono gli unici tè da
invecchiamento.
Spesso si usa il termine Pu'Er (Pu-Er o Pu-Erh) come sinonimo di tè fermentato. Il nome deriva dalla città cinese di Pu'Er, che si trova al centro di una della più importanti e più vaste aree di produzione di questi tè. Bisogna però sottolineare che non tutti i tè di Pu'Er sono fermentati, e che esistono anche tè fermentati provenienti da altre zone della Cina, e che hanno quindi nomi diversi. I tè Pu'er possono essere classificati in diversi modi: per forma, metodo di lavorazione, regione di provenienza, coltivazione, grado, e stagione.
Spesso si usa il termine Pu'Er (Pu-Er o Pu-Erh) come sinonimo di tè fermentato. Il nome deriva dalla città cinese di Pu'Er, che si trova al centro di una della più importanti e più vaste aree di produzione di questi tè. Bisogna però sottolineare che non tutti i tè di Pu'Er sono fermentati, e che esistono anche tè fermentati provenienti da altre zone della Cina, e che hanno quindi nomi diversi. I tè Pu'er possono essere classificati in diversi modi: per forma, metodo di lavorazione, regione di provenienza, coltivazione, grado, e stagione.
TE'
NERO (definiti ROSSO in Cina). È un tè completamente ossidato ed è
durante questo processo che si sviluppa il caratteristico colore
scuro, l'aroma e il profumo di questo tipo di tè. È probabile che
questo tipo di lavorazione sia stata sviluppata allo scopo di
conservare meglio il tè durante il lungo trasporto verso
l'Occidente. Le foglie vengono lasciate ad
appassire per renderle morbide e poterle in seguito rullare allo
scopo di rompere le membrane cellulari ed estrarre una quantità
maggiore di essenze della foglia, fra cui l'enzima polifenolossidasi
(responsabile anche dell'imbrunimento di alcuni frutti dopo il
taglio, come mele e banane). Alla fine della lavorazione si ottiene
la varietà di tè con la maggiore percentuale di caffeina (fino al
20% in più di un normale espresso). Ma sono diverse le sostanze
contenute in un infuso di tè nero, alcune delle quali sono studiate
perchè sembrano avere effetti positivi su diverse malattie, come
asma e bronchite (teofillina) o prevenzione delle malattie
cardiovascolari (polifenoli), anche se quest'ultima con efficacia
minore rispetto al tè verde. In ultimo, è allo studio anche il
fatto che un regolare uso di tè nero sembrerebbe capace di ridurre
la quantità di colesterolo nel sangue.
Finito
di descrivere i vari tè, prima di chiudere vorrei parlarvi di come
dovrebbe essere preparato un buon tè secondo regole e usanze
classiche. Anche se ogni varietà ha delle caratteristiche peculiari,
esistono alcune regole generali. L'acqua dovrebbe essere portata a
ebollizione e lasciata raffreddare per circa 30-60 secondi,
facendole raggiungere la temperatura intorno ai 70 °C. Utilizzare
dell'acqua non lasciata raffreddare, quindi a circa 100°C,
cuocerebbe le foglie distruggendo tutti gli aromi e i componenti del
tè, ottenendo una bevanda decisamente ed eccessivamente amara.
L'acqua calda si versa nel recipiente in cui
sono state deposte le foglie di tè. Tipicamente la dose di foglie
per tazza (circa 200 ml) sono di 2-2,5 grammi o, se preferite, un
cucchiaino pieno. La durata dell'infusione è il passaggio della
preparazione più vario a seconda del tipo di tè che si sta
preparando. Il tempo medio è, comunque, di 2-3 minuti (infusioni più
lunghe aumentano l'amarezza della bevanda). Una volta rimosse le
foglie la bevanda è così pronta per essere servita e bevuta.
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