Come già successo lo scorso anno, anche quest’anno ci si
trova di fronte a diversi casi di influenza aviaria in polli in Italia. Si
tratta di una malattia che, sebbene colpisca solo il pollame e altre specie di
volatili, ha comunque i tratti di una zoonosi, ovvero di una malattia che può,
occasionalmente e al verificarsi di specifiche condizioni, essere trasmessa
dagli animali all'uomo. Vediamo, però, di approfondire il discorso sulle zoonosi.
La trasmissione della malattia può essere sia diretta,
ovvero legata al contatto dell’uomo con materiale biologico dell’animale
infetto (pelle, uova, sangue, muco), o indiretta, tramite ingestione di alimenti
infetti o trasmissione dell’agente patogeno attraverso un organismo vettore.
Già da questa prima descrizione è evidente come le persone
maggiormente a rischio sono quelle che hanno contatti diretti e duraturi con
gli animali (veterinari e allevatori, ad esempio). Anche gli animali da
compagnia, oltre naturalmente a quelli selvatici, possono essere fonte di
infezione per l’uomo.
Le zoonosi invece trasmesse attraverso l’ingestione di
alimenti infetti non sono meno famose e comuni, come la celebre salmonellosi. I
focolai di malattie che hanno carattere di zoonosi e che coinvolgono animali
destinati all'alimentazione umana comportano anche un non irrilevante danno
economico (oltre che etico, naturalmente): nel caso dell’epidemia di influenza
aviaria in Italia nel 2013 furono abbattuti quasi un milione e mezzo di polli.
Tra le zoonosi trasmesse da organismi vettori molte sono
famose, come la malaria (trasmessa dalla zanzara) e la peste (trasmessa dalle
pulci). Solitamente questo tipo di zoonosi sono legate a situazione ambientali
e sociali abbastanza caratteristiche, come le presenza di paludi per la malaria
o una situazione di degrado sociale per la peste.
Al di là dell’aspetto scientifico, le zoonosi hanno anche
risvolti socio-culturali tutt'altro che trascurabili. Solitamente l’uomo è un
ospite tanto occasionale quanto deleterio per un batterio, in quanto costituisce
un organismo che, sebbene infetto, non propaga la malattia. Un esempio del
genere è la rabbia: viene trasmessa da animali infetti (cani,
gatti, ma anche volpi e pipistrelli) all'uomo ma difficilmente c’è un contagio
uomo-uomo o uomo-animale. D’altro canto, è noto molte malattie che oggi
infettano abitualmente l’uomo sono causate da agenti patogeni che hanno fatto
il salto di specie, ovvero in maniera del tutto imprevedibile hanno iniziato a
infettare l’uomo sebbene prima la cosa non fosse mai avvenuta. Di solito il
salto di specie è causato da mutazione nel DNA dell’agente patogeno che rendono
l’uomo sensibile all'infezione da parte del microrganismo. Una delle teorie più
accreditate parla di un’origine di questo tipo per il virus dell’HIV: questo
tipo di malattia è ben descritta in altre specie animali (come la FIV nei
felini) e si ritiene che potrebbe essere stata originariamente trasmessa all'uomo
da alcuni primati africani in cui il virus mutato si era moltiplicato.
Vi lascio con un’ultima curiosità: non solo gli animali
possono infettare l’uomo, ma la cosa può avvenire anche al contrario e in
questo caso si parla di zooantroponosi, come la tubercolosi che dall'uomo può
essere trasmessa, solitamente, agli animali da affezione.
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