Spesso nei post in cui abbiamo trattato delle piante si è fatto riferimento a nomi tecnici o scientifici per descriverne le varie parti. Può sembrare una cosa superflua (della serie parla come mangi, per intenderci), ma riconoscere una struttura rispetto a un'altra o le varie parti da cui è costituita è molto utile. Ad esempio, supponiamo che vogliate cimentarvi nella coltura dello zafferano, sia per il suo fiore di un bel viola e molto ornamentale che per estrarne la spezia. Ebbene, la spezia si prepara essiccando una parte del fiore che si chiama stimma, ovvero quella parte che normalmente viene impollinata. In questo modo è più facile, nel trattare l'argomento essere precisi piuttosto che parlare di quella parte del fiore allungata che si trova nella zona centrale, di un colore rosso....eccetera eccetera. Oppure in caso di malattie delle piante, i parassiti non colpiscono tutta la pianta ma solo una parte di essa e conoscere il nome può servire ad individuare meglio il parassita da eliminare.
Orbene, cominciamo, accanto alla descrizione delle piante di uso comune, a parlare anche delle parti che costituiscono normalmente una pianta partendo dal basso, ovvero dalle radici. Viste le tante cose che ci sarebbero da dire su questo argomento questa volta divideremo il discorso in due parti: questa volta parliamo di come è fatta e come si forma, la prossima volta di cosa fa e come viene utilizzata dall'uomo.
La radice è un organo della pianta deputato a diversi processi utili della pianta. Innanzitutto è coinvolto nell'assorbimento di acqua, sali minerali e nutrienti dal terreno. Non solo, la sua funzione è anche quella di ancorare la pianta al terreno e di produrre alcuni ormoni capaci di influenzare diversi aspetti del metabolismo, dalla crescita della stessa radice allo sviluppo dei germogli.
COM'È FATTA. La radice si suddivide in una struttura principale, la radice primaria, e delle strutture periferiche, radichette secondarie. La struttura principale è costituita da: colletto (punto iniziale della radice, quello che la divide dal fusto), asse (corpo centrale da cui diramano le radichette secondarie), zona pilifera e pileoriza. L’apice della radice, che deve insinuarsi nel terreno, deve essere protetto dall'azione meccanica che la terra avrebbe su di esso danneggiandolo. A tale scopo esso è dotato di una cuffia (o caliptra) che produce una sostanza mullaginosa che funziona come un lubrificante in questa azione di penetrazione nel terreno. Ad esse segue la zona di allungamento, responsabile della crescita della radice. La zona pilifera, invece, possiede delle strutture simili ai peli, che consentono di aumentare la superficie assorbente della radice. Dalla radice primaria dipartono le radici secondarie, che contribuiscono ad aumentare ulteriormente la capacità di ancoraggio e di assorbimento.
Quando la radice perde i peli radicali perde anche la sua funzione trofica e ,diventa legnosa, assume principalmente le funzioni di ancoraggio e riserva. La capacità di assorbimento è, quindi, limitata solo a una porzione circoscritta della radice. Questo fatto è importante quando si effettua il trapianto della pianta, operazione in cui spesso viene persa buona parte della superficie assorbente, rendendo fondamentale per l'attecchimento che le dimensioni della zolla siano adeguate alle dimensioni dell’apparato radicale.
DA DOVE VIENE. Similmente a come siamo abituati a pensare per un bambino appena concepito, tutte le strutture principali della pianta iniziano a formarsi quando il seme germoglia, originando l'embriore (caratteristico di tutte le piante terrestri, perciò chiamate embriofite). A questo stadio è possibile distinguere due poli opposti: il polo caulinare (che originerà il caule, ovvero la parte superiore delle piante) e il polo radicale. Qui c'è la prima caratteristica particolare delle piante: dall'apice radicale si inizierà a formare la radice principale con un andamento che viene definito geotropico positivo (ovvero cresce verso il centro del pianeta) grazie alla presenza nella cuffia di particolare cellule, gli statoliti, in grado di orientarsi verso il centro del pianeta.
Le radici avventizie hanno invece un origine diversa: si formano in strutture diverse dalla radice primaria, come fusto e foglie, e generalmente vengono utilizzate dalla pianta come ancoraggio su diversi tipi di superficie. Sono quelle strutture che, ad esempio, permettono a piante come l'edera di crescere arrampicandosi anche su superfici verticali.
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