Skip to main content

125 anni e non dimostrarli: la Statua della Libertà

È forse fra le donne più famose del mondo. Ma non si tratta di un'attrice o di una modella ma della ben più gigantesta Statua della Libertà. Simbolo di New York, ma per estensione degli stessi Stati Uniti, ha ne “La libertà che illumina il mondo” il suo vero nome. Collocata nel 1884 sulla Libety Island (l'antica Bedloe's Island, oggi gestita dal National Park Service), all'entrata del porto sul fiume Hudson, rappresenta per coloro che arrivano negli Stati Uniti una sorta di benvenuto. Andando indietro negli anni,
la Statua della Libertà ha rappresentato per la grande massa di immigrati un segno di speranza e il punto d'inizio di una nuova vita.
Cominciamo con lo snocciolare un po' di numeri. Detta signora, posta sulle rovine di un’antica fortezza ottocentesca e vestita con una lunga toga (costituita da 300 fogli di rame) con nelle mani una fiaccola (segno del fuoco della libertà) e la Dichiarazione d'Indipendenza americana, è alta 93 metri, contando anche i 47 metri di “tacco” costituiti dal piedistallo su cui è poggiata, e un peso di 225 tonnellate. Ai suoi piedi sono presenti delle catene spezzate (ulteriore simbolo di libertà), mentre una corona a sette punte (simbolo dei sette continenti) le cinge la testa. Grazie alle sue “forme” è possibile vederla già a 40 km dalla costa.
La dama in questione è, però, di origine francese: la sua realizzazione fu affidata a quel Eiffel che avrebbe costrutito subito dopo l'omonima torre e donata in segno di amicizia fra le due nazioni. La prima inaugurazione, quella parigina, avvenne il 4 luglio del 1884, con la cerimonia con la quale la Statua viene donata al governo americano. Ma tra spedizione e tutto, il trasporto sul suolo americano non termina che un anno dopo. E qui cominciano i problemi: pare che il governo americano fece fatica a reperire i fondi per il basamento della statua e il suo riassemblaggio. A salvare la situazione fu il famoso editore Joseph Pulitzer (quello del premio). Utilizzando la forza del suo quotidiano (il New York World), Pulitzer lanciò una campagna di sensibilizzazione della popolazione. Ma ciò che raccolse non attese alle speranze: diverse città si resero disponibili ad accollarsi la spesa, purchè fosse eretta nei rispettivi territori cittadini. E tra queste, Boston fu quella che fece maggiori progressi arrivando anche a prendere contatti con il governo francese. Alla fine, dopo mille peripezie da parte di Pulitzer, la Statua venne inaugurata a New York il 26 ottobre 1886, a 10 anni di distanza da quel centenario della Dichiarazione d'Indipendenza per la quale era stata ideata, a causa del protrarsi dei lavori costruzione. Incerta è l'origine della sua figura, nel senso che non si sa bene quale sia stata la fonte dell'ispirazione degli scultori francesi (De Laboulaye e Bartholdi) che l'hanno disegnata. Si va dal Colosso di Rodi alla Statua della Libertà della Poesia che si trova nella Basilica di Santa Croce a Firenze sul monumento funebre di tale Giovanni Battista Nicolini. Visitabile inizialmente fin sulla fiaccola (10 piani per 168 gradini), nel 1916 ragioni di sicurezza hanno indotto le autorità a chiudere l'accesso al balcone che circonda la torcia, poi sostituita a causa dell'eccessivo stato di corrosione nel 1986 da una placcata in oro. Come qualsiasi edificio di New York, anch'essa ha avuto il suo bel trambusto a seguito degli eventi dell'11 settembre: chiusa fino al 2004, quando è stato riaperto il piedistallo, è tornata ad essere visitabile normalmente (sebbene con limitazioni al numero di accessi) nel 2009.
Se proprio non voleste andare a New York sappiate che è possibile visitarne diverse repliche a Parigi, a Tokio, a Las Vegas (dove potete comunque visitare la replica di qualsiasi altro luogo del mondo, probabilmente anche quella di casa vostra!).

CURIOSITA'. Come ogni posto famoso del mondo, le curiosità relative a tale monumento sono le più disparate e diverse. Pare che all'inagurazione venissero regalate delle riproduzioni in scala ridotta della Statua, opera della ditta francese Gaget Gauthier. Gli americani, poco avvezzi al francese evidentemente, storpiarono il nome della ditta produttrice in quel “gadget” che è poi stato universalmente adottato come nome per questo tipo di omaggi. Pochi sanno che prima di essere il simbolo di libertà miraggio di migliaia (o milioni) di immigrati in cerca di fortuna, la nostra dama coronata aveva nache la semplice funzione di faro, visto che si trova all'ingresso del porto. Non solo, ma fu anche il primo faro alimentato da corrente elettrica. Un'altra leggenda vorrebbe che il basamento su cui poggia la Statua proverrebbe da giacimenti di granito della Sardegna. Inoltre, ma questo è un dato certo, venne trasportata dalla Francia agli USA a bordo di un'unica piccola nave; dato che le casse da trasportare furono 1883 è evidente come quest poveretta abbia dovuto effettuare non pochi viaggi per trasportarle tutte!

Comments

Popular posts from this blog

Cercare un ago in un pagliaio

Oggi, per lavoro, stavo cercando di capire alcuni dati ottenuti in un esperimento. A prima vista trovarsi di fronte centinaia di lettere che rappresentano una sequenza di basi del DNA, i mattoni costituenti il nostro codice genetico, sullo schermo del PC mette come minimo ansia. Se poi pensate che quelle che devono essere cercate sono singole variazioni (tipo una lettera/base in una sequenza di centinaia) può risultare effettivamente tedioso. Allora, nel parlare con dei colleghi ho affermato che era come cercare un ago in un pagliaio. Nel tornare a casa mi è rivenuto in mente questo episodio e mi sono domandato da dove venisse tale espressione (il viaggio in treno fa brutti scherzi devo dire!).

La pietra che brilla nel buio: la fluorite

Andandomi a rifornire al mio solito negozio di pietre e minerali, un pezzo della vasta collezione che sempre vi è presente ha attirato particolarmente la mia attenzione. A incuriosirmi è stata la sua splendida colorazione: un verde che ricordava i colori che spesso si vedono nelle foto presenti sulle pagine del National Geographic e fatte in splendidi mari esotici. La targhetta riportava il nome: “Fluorite”. Inutile dire che l'ho acquistata e arrivato a casa ho cercato di informarmi di più su questo minerale. E ora ne parliamo un po' insieme! La fluorite (o fluorina o spatofluore), come minerale, è tutt'altro che raro, anzi è decisamente molto comune. Si tratta di un composto costituito da fluoro e

Esperimenti culinari: lo yogurt (2)

Produrre lo yogurt in casa è decisamente semplice. Potete aiutarvi con le yogurtiere presenti in commercio oppure, come me, con metodi molto più casalinghi. Partiamo dalle fasi preliminari. Bisogna reperire un contenitore per alimenti (meglio se opaco) con capacità idonea, in questo caso 1 litro. È necessario poi provvedere all'incubazione dei fermenti (ovvero la fase in cui i fermenti sono attivi e operano la scissione del lattosio) e a questo scopo serve qualcosa (forno o lampadina) che permetta di avere una temperatura media di 37-40°C. Il latte: ideale è quello fresco, in modo che sia poco trattato.