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Timo, la pianta del miele degli dei


Altra settimana, altra pianta aromatica che può tranquillamente allietare il palato e adornare i nostri balconi per la sua bellezza e il suo profumo. Ospite di questa settimana è il timo, genere di piante (Thymus) comprendente circa 300 specie tutte appartenenti alla ormai nota famiglia delle Lamiaceae.
Si tratta di un tipo di piante perenni che formano un arbusto legnoso e ramificato (somiglia ad un cespuglio) alto fino a mezzo metro. Le foglie tipiche del timo sono piccole e allungate, di colore verde di diversa intensità a seconda della specie, dotate di una fitta peluria. I fiori, con cinque petali, hanno una colorazione rosata e, come per la menta, hanno una infiorescenza a spiga. L'impollinazione avviene grazie all'azione degli insetti (impollinazione entomofila), con una particolare predilezione per le api. I frutti tipici del timo appartengono al gruppo degli acheni, ovvero dei frutti secchi, solitamente conteneti un solo seme, che hanno strutture tipiche che servono a facilitare la diffusione del seme stesso (come il ciuffo di peli tipico del tarassaco). La distrubuzione delle piante del genere Thymus è praticamente in tutta l'area del Mediterraneo, e alcune specie possono arrivare a crescere anche ad una altitudine sul livello del mare di 1800 metri.
Fra le specie più note abbiamo: il timo comune (T. vulgaris), il timo selvatico o serpillo (T. serpyllum), il timo precoce (T. praecox, abbondamente utilizzato in floricultura per la varietà delle sue fioriture) e il timo capocchiuto (T. capitatus, molto utilizzato per la produzione di miele).

COLTIVAZIONE. Le differenti specie di timo hanno caratteristiche che vanno dalla pianta spontanea alla pianta coltivata a scopo ornamentale. Il clima mediterraneo è quello più adatto alla sua coltivazione, anche se resiste bene alle basse temperature. Il terreno dovrebbe essere ricco di sostanze nutritive e a ben drenante, per evitare quei ristagni d'acqua che sono dannosi per la pianta. La propagazione della pianta può avvenire sia per seme (periodo marzo-aprile) che per talea (in due periodi distinti: marzo e ottobre). La pianta di timo non necessita di una forte innaffiatura: una volta a settimana è generalmente la misura migliore. Le foglie di timo possono essere raccolte durante tutto l’anno e consumate sia fresche che essiccate, in questo caso con i rametti legati tra loro con uno spago e posti a testa in giù in un luogo fresco ed asciutto.

UTILIZZO. Sia i fiori che le foglie del timo vengono utilizzate moltissimo in cucina, soprattuto per insaporire minestre e carni. Si tratta anche di una pianta utilizzata per la produzione di miele (mellifera), soprattutto il timo capocchiuto.
Viene anche utilizzato in floricultura per la bellezza dei suoi fiori, soprattutto la varietà nota come serpillo. Esistono anche delle varietà nane che vengono utilizzate per formare un tappeto erboso.
In fitoterapia, il timo viene utilizzato per le sue proprietà antisettiche e per il fatto che favorisce la digestione, riducendo il problema della fermentazione intestinale (da tenere a mente insieme ad un buon piatto di fagioli!). Il principio attivo che si estrae dalla pianta prende il nome di timolo, principio attivo fenolico ad attività fungicida e responsabile dell'intenso odore della pianta. L'olio essenziale prodotto con il timo serve anche come ottimo rimedio per tosse (ha un'azione mucolitica), mal di gola e asma. Nota è anche la sua efficacia nelle infezioni delle vie urinarie. Da evitare una soluzione ad alta concentrazione di timolo, che risulterebbe corrosiva e tossica. Il timo contiene, oltre al timolo, anche alti principi attivi, come tannini e flavonoidi. Fra le varie specie varia moltissimo le proporzioni dei vari principi attivi contenuti.

CURIOSITA'. Il nome scientifico del timo deriva dal greco e significa forza, o coraggio. Tale nome nasce dalla credenza che l'odore balsamico di tale pianta sarebbe in gradi risvegliare tali sentimenti. Ma è una pianta a cui è associata una vasto repertorio mitologico: si narra che Zeus fosse stato nutrito da piccolo dalle api dell'Imetto, un massiccio montuoso greco, e che il dio, come ricompensa per i servigi resi, avesse concesso loro il dono di produrre un ottimo miele di timo, ancora oggi effettivamente molto apprezzato in tutto il mondo. Conosciuto, comunque, fin dall'antichità, agli Egizi era noto per il suo utilizzo, insieme ad altri oli essenziali, per la costituizione di una sostanza utilizzata nel processo di imbalsamazione. Ancora in tempi moderni, parliamo degli inizi del secolo scorso, il timo veniva utilizzato per la realizzazione dei disinfettanti più diffusi. Un uso alternativo del timolo vede unito unito al tabacco per aromatizzarlo, un po' come avviene per il mentolo.

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